Miti e Leggende
Atlantide
Atlantide "figlia di Atlante" è una leggendaria isola scomparsa,
menzionata per la prima volta da Platone nei dialoghi Timeo e Crizia.
Nel racconto di Platone Atlantide era una potenza navale situata "oltre le Colonne
d'Ercole" che conquistò molte parti dell'Europa occidentale e dell'Africa 9mila anni
prima il tempo di Solone (approssimativamente nel 9600 a.C.). Dopo avere fallito
l'invasione di Atene, Atlantide sprofondò "in un singolo giorno e notte di disgrazia".
Il nome dell'isola deriva da quello di Atlante, il leggendario governatore dell'Oceano
Atlantico, che sarebbe stato anche, secondo Platone, il primo re dell'isola.
Essendo una storia funzionale ai dialoghi di Platone, Atlantide è generalmente vista
come un mito concepito dal filosofo greco per illustrare le proprie idee politiche.
Benché la funzione di Atlantide sembri chiara alla maggior parte degli studiosi,
essi disputano su quanto e come il racconto di Platone possa essere ispirato ad
eventuali tradizioni più antiche.
Alcuni argomentano che Platone si basò sulla memoria di eventi passati come
l'eruzione di Thera o la Guerra di Troia, mentre altri insistono che egli trasse
ispirazione da eventi contemporanei come la distruzione di Elice nel 373 a.C.
o la fallita invasione ateniese della Sicilia nel 415–413 a.C.
La possibile esistenza di un'autentica Atlantide venne attivamente discussa durante
l'antichità classica, ma fu generalmente rigettata e occasionalmente parodiata da
autori posteriori. Mentre si conosce poco durante il Medioevo, la storia di Atlantide
fu riscoperta dagli umanisti nell'era moderna.
La descrizione di Platone ha ispirato le opere utopiche di numerosi scrittori rinascimentali,
come La nuova Atlantide di Bacone. Atlantide ispira la letteratura contemporanea, dalla
fantascienza ai fumetti ai film, essendo divenuta sinonimo di ogni e qualsiasi ipotetica civiltà
perduta nel remoto passato.
Mappa immaginaria di Atlantide
dal Mundus Subterraneus di Athanasius Kircher,
pubblicato ad Amsterdam nel 1665
(la mappa è orientata con il Sud verso l'alto)
Foto Stampa
Antichità
Al di fuori dei dialoghi Timeo e Crizia di Platone non vi è alcun riferimento antico di prima
mano su Atlantide, il che significa che tutti gli altri riferimenti paiono rifarsi, in una maniera
o nell'altra, a Platone.
Per quanto alcuni nell'antichità avessero ritenuto un fatto storico il racconto riportato da
Platone, già il suo allievo Aristotele non diede molta importanza alla cosa, liquidandola
come un'invenzione del maestro. Ad Aristotele è infatti attribuita la frase "L'uomo che
l'ha sognata, l'ha anche fatta scomparire.
Alcuni autori antichi videro Atlantide come frutto dell'immaginazione mentre altri credettero
fosse reale. Il filosofo Crantore di Soli, uno studente dello studente di Platone Senocrate,
è spesso citato come esempio di autore che ritenne la storia un fatto storico. La sua opera,
un commento al Timeo di Platone, è perduta, ma essa è riferita da Proclo, uno storico
classico che scrisse sette secoli dopo.
Atlantide immaginata come una civiltà ideale
(illustrazione di Lloyd K. Townsend,
fine del XIX secolo)
Altri storici e filosofi dell'antichità che credevano nell'esistenza di Atlantide furono Strabone
e Posidonio.
Il racconto di Platone sull'Atlantide può inoltre avere ispirato imitazioni parodiche: scrivendo
solo poche decadi dopo il Timeo e Crizia, lo storico Teopompo di Chio narrò di una terra in
mezzo all'oceano conosciuta come Meropide (ovvero terra di Merope).
Questa descrizione era inclusa nel libro VIII della sua voluminosa Filippica, che contiene un
dialogo tra re Mida e Sileno, un compagno di Dioniso.
Sileno descrive i Meropidi, una razza di uomini che crescevano al doppio dell'altezza normale e
abitavano due città sull'isola di Meropis : Eusebes "città pia" e Machimos , "città combattente".
Egli inoltre scrive che un'armata di dieci milioni di soldati attraversarono l'oceano per conquistare
Iperborea, ma abbandonarono tale proposito quando si resero conto che gli Iperborei erano il
popolo più fortunato del mondo. Heinz-Günther Nesselrath ha argomentato che questi e altri
dettagli della storia di Sileno sono intesi come imitazioni ed esagerazioni della storia di Atlantide,
allo scopo di esporre le idee di Platone al ridicolo.
Zotico, un filosofo neoplatonico del III secolo a.C., scrisse un poema epico basato sul racconto di Platone.
Lo storico romano del IV secolo d.C. Ammiano Marcellino, dissertando sulle perdute opere di Timagene,
uno storico attivo nel I secolo a.C., scrive che i Druidi della Gallia riferirono che parte degli abitanti di quella
terra erano migrati lì da isole lontane. Alcuni hanno inteso che si parlasse di sopravvissuti di Atlantide
giunti via mare nell'Europa occidentale, ma Ammiano in realtà parla di "isole e terre oltre il Reno" ,
un'indicazione che gli immigrati in Gallia vennero dal Nord (Britannia, Olanda o Germania).
Secondo Diodoro Siculo, comunque, i Celti che venivano dall'oceano adoravano gli dei gemelli Dioscuri
che apparvero loro provenienti dall'oceano.
Un trattato ebraico sull'astronomia computazionale datato al 1378-1379, apparentemente una
parafrasi di una precedente opera islamica a noi ignota, allude al mito di Atlantide in una discussione
concernente la determinazione dei punti zero per il calcolo della longitudine.
Le rovine di Atlantide in un'illustrazione di Alphonse de Neuville e Edouard Riou,
dall'edizione di Hetzel di Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne
Foto Stampa
La maggior parte delle ipotesi avanzate di recente indicano la collocazione della mitica isola non più
nell'Oceano o in altri luoghi troppo remoti (ormai scartati per motivi geologici, cronologici e storici),
ma più vicino, nel Mediterraneo o nei suoi immediati dintorni, dove Platone più probabilmente poteva
avere tratto i vari elementi per costruire il suo racconto. Le conoscenze geografiche dei greci all'epoca
di Platone erano infatti molto vaghe e limitate al bacino del Mediterraneo, ed erano in realtà
sufficientemente precise solo nell'ambito dell'Egeo.
Una tra le teorie più singolari, studiata e approfondita nella prima metà del Novecento, sostiene che il mito
di Atlantide non sarebbe altro che la memoria, deformata e ingigantita, della Civiltà minoica
(civiltà cretese dell'età del bronzo), che ebbe fine intorno al 1450 a.C., in circostanze non ancora
ben chiarite. La causa potrebbe essere
l'esplosione del vulcano dell'isola di Thera, attualmente Santorini, che provocò lo sprofondamento parziale
dell'isola e giganteschi terremoti: l'esplosione di Thera avrebbe propagato nel Mediterraneo una
terrificante onda anomala in grado di spazzare via gli insediamenti lungo le coste (le onde si sarebbero
diffuse in tutto il bacino dell'Egeo in sole due ore, raggiungendo un'altezza di circa trenta metri),
a cui sarebbero seguite entro due-tre giorni le ceneri riversate dall'esplosione vulcanica.
Una teoria analoga è stata avanzata più recentemente dal giornalista italiano Sergio Frau nel suo libro
Le colonne d'Ercole (2002): le colonne di cui parla Platone andrebbero in realtà identificate con il canale
di Sicilia (che è assai turbinoso, come descrive Platone le Colonne), dunque l'isola di Atlantide sarebbe
in realtà la Sardegna; il popolo che edificò i nuraghi coinciderebbe con il misterioso popolo dei Shardana
o Šerden, citati tra i "popoli del mare" che secondo le cronache degli antichi egizi tentarono di invadere
il Regno d'Egitto.
Alcuni Šhardana sarebbero quindi emigrati nella penisola italica, dove avrebbero dato
origine alla civiltà etrusca. In effetti la Sardegna possiede ancora oggi zone pianeggianti situate alcuni
metri sotto il livello del mare e ciò fa pensare che, essendo una terra geologicamente troppo antica per
subire o aver subito catastrofi naturali di dimensioni troppo elevate, possa invece esser stata soggetta
in passato a cataclismi legati al mare, il cui territorio probabilmente non avrebbe potuto respinger a causa
appunto dell'altezza della sua superficie rispetto a quella marina. Oltretutto la mancanza di terremoti
avrebbe permesso una grande espansione edilizia all'interno dell'isola, che probabilmente all'epoca sarebbe
potuta apparire in maniera notevolmente diversa.
Descrizione della caduta di Atlantide
di Monsù Desiderio (inizi XVII secolo)
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Alcuni identificano con l'isola di Cipro i resti del continente di Atlantide.
Una tra le molte teorie recenti collocherebbe Atlantide in Spagna, precisamente in Andalusia, vicino Cadice.
È l'opinione dello studioso tedesco Rainer Kuehne che si avvale di rilevazioni satellitari, attribuite però a
Georgeos Dìaz-Montexano. Qualcosa combacia, come la forma delle strutture rilevate e l'ambientazione
vicino a montagne (in questo caso la Sierra Morena e la Sierra Nevada), come le descrizioni di Platone,
in cui sono anche presenti ricche miniere di rame. Tuttavia, se avesse ragione Kuehne, non si tratterebbe
di un'isola, come vuole la tradizione, e le dimensioni rilevate dal satellite non combaciano con quelle di Platone.
Comunque sia, ovunque la si voglia situare, Atlantide affascina soprattutto per i miti che avvolgono il suo
popolo e la sua fine.
Video
http://www.youtube.com/watch?v=aCGTJBcVC_w
Per approfondimenti
http://it.wikipedia.org/wiki/Atlantide